UNA STORIA BELLA: RINASCERE IN ITALIA

Ce l’ho fatta! Ecco come deve iniziare l’intervista di una mamma che è stata ospite di una nostra casa d’accoglienza e che ha superato paure ed ostacoli per raggiungere la sua autonomia e rinascita.

 Vuoi parlarmi un po’ del tuo passato?

Prima di arrivare in Italia non immaginavo minimamente di poter avere la vita che ho adesso insieme con mia figlia.

Nel mio Paese d’origine la vita con mio marito non è stata come mi aspettavo… è stata triste, pesante e dolorosa. Non avevo il diritto di parlare, dovevo solo obbedirgli, non potevo uscire di casa insieme con mia figlia, non potevo relazionarmi con nessuno. Ogni giorno piangevo, mi sentivo sola. Ho provato ad andare avanti, ma quando la situazione è diventata pericolosa sia per me che, soprattutto, per mia figlia, ho deciso di scappare e di venire in Italia.

Quanto coraggio. E poi, l’incontro con la Comunità…

Non è stato facile. Giunta in Comunità, mi sentivo spaesata, non ero in grado di comunicare perché non conoscevo la lingua, non riuscivo a muovermi sul territorio, avevo paura, tutto mi sembrava nuovo e sconosciuto.

E hai avuto bisogno di altro coraggio per affrontare la tua nuova vita?

Sì. Con il tempo ho capito che potevo fidarmi degli educatori, perché loro potevano aiutarmi. Ne ho avuto la dimostrazione quando mia figlia ha iniziato a frequentare la scuola… ero felicissima!

Grazie all’aiuto degli educatori ho iniziato a frequentare delle lezioni di italiano, sia all’interno che successivamente all’esterno della Comunità. Imparare la lingua mi ha permesso di avere una “voce”, dei pensieri miei e poter iniziare a relazionarmi con le altre ospiti.

All’inizio stavo sempre chiusa in stanza, poi con il tempo ho imparato a comunicare e a collaborare con le altre mamme e ho scoperto la gioia di passare del tempo insieme agli altri… io e mia figlia non eravamo più sole!

Che mondo hai scoperto intorno a te?

Ho imparato a conoscere una cultura totalmente diversa dalla mia. All’inizio è stato difficile, ma con il tempo ho capito che volevo costruirmi un futuro in Italia con mia figlia e che dovevo integrarmi in questo nuovo “Mondo”. Ho imparato ad apprezzare pietanze totalmente diverse da quelle del mio Paese d’origine e ho imparato a cucinare ricette nuove. Ho cambiato il mio modo di vestire in determinate circostanze (ad esempio per recarmi a un colloquio di lavoro), pur continuando a rispettare la mia religione.

Quelle strade, che all’inizio erano per me sconosciute e mi mettevano paura, a poco a poco sono diventate familiari. Con il tempo ho iniziato a muovermi da sola sul territorio, ho imparato a prenotare delle visite mediche per me e per mia figlia, ad accompagnare mia figlia a scuola, al doposcuola o dal dottore, a sbrigare tutte le pratiche relative ai miei documenti, a presentarmi ai colloqui di progetto eccetera.

Ma hai scoperto anche di essere una donna nuova, una donna coraggiosa

Il percorso in Comunità mi ha aiutata ad avere fiducia nelle mie capacità. Prima tutto mi faceva paura, adesso potevo farcela! Quel futuro che all’inizio era incerto cominciava a concretizzarsi, potevo riuscire a costruirmi una vita insieme con mia figlia!

Quando ho trovato un impiego ero felicissima! Potevo provvedere a quello che serviva a mia figlia senza dover dipendere da nessuno… ero libera!

Così il tuo mondo è diventato sempre più grande! Hai avuto nuovi incontri, nuove amicizie?

Con il tempo ho conosciuto tante persone all’esterno della Comunità: insegnanti di scuola di mia figlia, volontari, persone che mi hanno aiutato, mi hanno permesso di conoscere il territorio e di passare delle giornate piacevoli con la mia bambina (al lago, in montagna ecc.). Non avrei mai immaginato di poter trascorrere delle giornate tanto belle!

Sei diventata anche una mamma nuova?

Lungo il percorso in Comunità il rapporto con mia figlia è cambiato tantissimo. Prima era impensabile riuscire a comprarle ciò di cui aveva bisogno, aiutarla con i compiti o andare in vacanza insieme. All’interno della Comunità ho imparato a parlare con mia figlia e a conoscerla. All’inizio pensavo che dovesse essere come me poi, con il tempo e con l’aiuto degli educatori, ho capito che mia figlia, cresciuta in Italia e in piena fase adolescenziale, era diversa da me e aveva il desiderio di esprimere il suo punto di vista sulle cose. È stato difficile, ma con il tempo sono riuscita a capire che essere madre non significa imporsi, che era importante ascoltare cosa avesse da dirmi mia figlia e rispondere alle sue domande: ad esempio sull’abbigliamento e su tante usanze legate alla nostra cultura d’origine, che non riusciva a capire e di conseguenza a rispettare.

E adesso, qual è la tua nuova strada?  

Adesso io e mia figlia viviamo in un appartamento per l’autonomia; a differenza di quando eravamo ospiti in Comunità, sono totalmente autonoma nel gestire l’organizzazione della nostra giornata.

Io sono molto impegnata con il lavoro e mia figlia con la scuola e tutte le varie attività extra scolastiche. Siamo felici, perché finalmente viviamo una vita libera!

Come dicevo, la Comunità ha insegnato sia a me che a mia figlia a relazionarci con gli altri.

Adesso, anche se viviamo in un appartamento, non siamo sole, perché siamo riuscite a costruire delle relazioni sul territorio e abbiamo dei vicini con i quali ci aiutiamo a vicenda.

L’altra sera mia figlia mi ha detto: “Mamma, da grande voglio diventare una psicologa per poter aiutare le donne in difficoltà”. Mi ha riempita d’orgoglio sapere che, nonostante tutte le sofferenze che abbiamo vissuto, mia figlia sta crescendo forte e con grandi sogni. Questo significa che sono riuscita a essere un esempio positivo per lei!

Come ho scritto agli educatori in un biglietto di saluto al termine del mio percorso in Comunità: “Sono nata di nuovo… sono riuscita ad avere una nuova vita!”.

Devo aggiungere un commento? No: le risposte di questa nostra mamma dicono già tutto. Le diciamo solo grazie per le sue parole: ci insegnano ad affrontare la vita con coraggio e speranza. E sarà una vita nuova.